Notizie false che diventano virali e spesso e volentieri, almeno agli occhi più pigri e distratti, anche vere, o verosimili. Il termine inglese fake news (letteralmente in italiano notizie false) indica articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, resi pubblici con l’obiettivo di disinformare o di creare scandalo attraverso i mezzi di informazione. Un fenomeno diffusissimo che non conosce soste, anche in piena emergenza mondiale per il coronavirus.

In questi giorni di angoscia e paura, soprattutto all’inizio, ne abbiamo lette davvero di tutti i colori. Chi non ricorda, giusto per fare qualche esempio, la vitamina C spacciata per “miracolosa cura per il Covid-19” o l’infallibile “trattenere il respiro per più di 10 secondi”?

In tanti poi consigliavano di bere acqua ogni 15 minuti o di affidarsi ad aglio, cipolla e liquirizia come “antivirali che aiutano a prevenire il coronavirus”. Qualcuno ha azzardato che persino il fumo di sigaretta (e derivati) potesse fungere da meccanismo di protezione contro il coronavirus.

Insomma una Babele dell’informazione che ha spinto il Ministero dell’Interno a pubblicare un post sul sito ufficiale alla prevenzione della disinformazione (https://www.interno.gov.it/it/notizie/coronavirus-e-fakenews-attenzione-notizie-false), smentendo in particolare la bufala sul protocollo di contenimento sedicente “BLS-4”.

L’emergenza nell’emergenza ha spinto anche l’Ordine dei Giornalisti della Campania e il Corecom Campania a istituire un Osservatorio sulle fake news con particolare attenzione alle notizie legate al coronavirus.

“La decisione – hanno precisato i presidenti Ottavio Lucarelli e Mimmo Falco – nasce dal dilagare di notizie false soprattutto su social e web. Su questa piaga le nostre istituzioni lavorano da tempo anche con numerosi corsi di aggiornamento professionale e incontri nelle scuole, ma in questo momento è necessario intensificare la battaglia con ogni mezzo di contrasto. Un dovere nei confronti dell’opinione pubblica in nome della trasparenza e della correttezza dell’informazione”.

Tra le iniziative previste la redazione di un report settimanale su web, social, carta stampata e televisioni con la collaborazione dell’Agcom, della Polizia postale e del giornalista Stanislao Montagna, esperto in materia di fake news e algoritmi informatici.

L’obiettivo è stanare e colpire chi produce fake news, ma è chiaro che molto dipende anche da noi. Ci sono infatti tutti gli strumenti per verificare le notizie e per non cadere nelle trappole create ad arte per fare click baiting (attira click). Bisogna solo avere la voglia e la pazienza di dedicarsi, operare sempre con spirito critico e scetticismo e, qualora non abbiamo i mezzi cognitivi per comprendere la verità, affidarsi agli esperti della materia.

Dobbiamo controllare sempre le fonti, verificare tutto. Ad esempio, già il fatto che una notizia o una conclusione pseudo-scientifica giri solo in canali amatoriali o complottisti e non trovi riscontro in nessuno studio ufficiale, verificato e controllato, deve essere un campanello d’allarme. Così come i siti delle testate giornalistiche riconosciute e ufficiali restano un punto di riferimento fermo.

Occhio, basta poco per cadere nella rete.

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