Non sono giorni semplici per l’Italia e per il mondo. Costretti in casa per l’emergenza Coronavirus, viviamo una quotidianità fatta di dubbi e incertezze. E, soprattutto, di ansia e preoccupazione per un futuro difficile da decifrare. A complicare ulteriormente la situazione ci sono anche i ritardi e i limiti delle misure messe in campo dal Governo, non sempre in linea con le aspettative e i bisogni dei cittadini.

Un esempio? Il caos Inps per il bonus da 600 euro, con il sito dell’istituto di previdenza andato quasi subito in tilt per le troppe domande. Massimo Franco, editorialista del Corriere della Sera, ha preso spunto da questo caso per lanciare un messaggio diretto al Governo ad accelerare sugli aiuti alle famiglie e alle imprese, in modo da non incrinare il già traballante rapporto di fiducia con gli italiani che, mai come oggi, chiedono tutele e rassicurazioni.

“Si intravedono crepe che lasciano presagire un inizio di scollamento istituzionale forse prevedibile, ma da scongiurare almeno fino a quando l’emergenza sarà archiviata. La lettera critica di sette sindaci di centrosinistra alla Regione retta dal leghista Attilio Fontana fa capire che si sta incrinando il “fronte lombardo” contro la pandemia”, scrive Franco.

Il giornalista teme che il caos del bonus Inps possa ripetersi “per la cassa integrazione o per le misure a favore delle imprese. È naturale che in questa stagione straordinaria e angosciosa, chi ha ricevuto la promessa di un sostegno finanziario dallo Stato cerchi di affrettarsi per ottenerlo. L’incognita che regala l’incidente di ieri è se l’impegno sarà mantenuto, e in tempi ragionevoli”.

Virtualmente, finora sono piovuti miliardi di euro per fronteggiare l’emergenza. Il problema è quando entreranno concretamente nei conti in banca e nelle tasche di chi ne ha diritto. È vero: ci sono molti che soffiano sulle tensioni sociali e tendono a svalutare lo sforzo compatto del governo. Sono strumentalizzazioni che vanno additate e condannate. Ma episodi come l’impazzimento del sito web dell’Inps sono destinati ad alimentarle e moltiplicarle, non a ridurle”, avverte Franco.

Il suo timore è che l’inevitabile tensione economica possa incidere pesantemente sulla tenuta sociale del nostro Paese, in un momento in cui ci sarebbe invece tanto bisogno di coesione e unità. “La disciplina con la quale la grandissima parte della popolazione ha rispettato finora le restrizioni, a dispetto di qualche ambiguità e oscurità lessicale di troppo, non va delusa. Anche perché, se non si metteranno in moto i finanziamenti in modo rapido e tangibile, non ci si troverà solo di fronte a contestazioni crescenti ma a contraccolpi economici potenzialmente esplosivi. A quel punto, ricostruire il rapporto di fiducia con le istituzioni, dimostrato e consolidatosi in queste settimane di passione, diventerebbe una sfida”.

L’appello è allora al Governo a dare rapida attuazione a quanto annunciato per non lasciare “il campo ai professionisti della paura che evocano un’Italia ridotta a un atollo sperduto e impoverito nel sud dell’Europa, e dominato dalla disperazione e dagli egoismi. Non siamo a questo, e bisogna evitare di arrivarci: anche impegnandosi a mantenere un simulacro di unità”.

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