Se dovessimo scegliere una parola chiave per questo complicatissimo 2020 sarebbe digitale o, in alternativa, virtuale. Non c’è infatti alcun dubbio che i lunghi mesi di lockdown imposti dalla pandemia hanno cambiato, forse definitivamente, molte delle nostre abitudini. Lavoriamo e studiamo da remoto, siamo più o meno sempre impegnati in call e collegamenti virtuali e, non da ultimo, compriamo ormai tutto, o quasi, on line.

Comportamenti sicuramente dettati dall’emergenza, ma destinati, in molti casi, a diventare abitudini definitive. Perché, al di là di tutto, sono, spesso e volentieri, economicamente convenienti e decisamente più comodi e sicuri.

Se così è, e difficilmente potrà essere diversamente, è evidente che le aziende dovranno necessariamente rivedere scelte e strategie e mirare, in maniera sempre più netta, verso il digitale. Coloro che, e non sono pochi, continuano ad ignorare il mercato virtuale, le vendite on line, il digitale e i social, sono destinati a perdere progressivamente quote di mercato e fatturato.

Chi, invece, ha fiutato immediatamente il nuovo (che poi tanto nuovo non è) vento ed ha iniziato ad investire sul digitale, affidandosi magari a professionisti del settore, ha già preso un bel vantaggio.

Le opportunità, del resto, sono davvero tante: basta guardarsi intorno ed organizzarsi. Un esempio per tutti: con la realtà virtuale i siti e-commerce non sono più il semplice contenitore di elenchi di prodotti, ma possono offrire la possibilità di girare “virtualmente” in uno store per scoprire e scegliere la merce che viene proposta con un livello di dettaglio e di verosimiglianza che dell’incredibile.

Qualche numero potrebbe servire a dissipare gli ultimi dubbi. Nel 2020 in Italia il valore degli acquisti online ha raggiunto i 30.6 miliardi di euro. Di questi, 23.4 miliardi sono riconducibili ad acquisti di prodotto, facendo registrare una crescita su base annua del 31% secondo i dati divulgati dal Politecnico di Milano. Tra i vari comparti, quello che ha fatto registrare l’incremento più sostanziale è il Food&Grocery, con una crescita di 1,1 miliardi tra il 2019 e il 2020.

Uno dei primi trend digitali che si sono consolidati durante gli ultimi dodici mesi è infatti fare la spesa online e ordinare cibi già pronti tramite piattaforme digitali. Nessuna delle due attività è totalmente nuova, ma negli ultimi mesi sono balzate in alto tra le preferenze dei consumatori, trasformando così un trend digitale in un protagonista assoluta della nuova contact-free economy, a sua volta legata a filo doppio all’app economy. Ancora un dato: il 51% degli acquisti e-commerce è stato realizzato da smartphone, quindi tramite app, sfiorando così i 15,7 miliardi di euro in termini di valore del transato, con un incremento del +22% rispetto al 2019.

In Cina, come spesso accade soprattutto quando si parla di digitale e nuove tecnologie, sono ancora più avanti. La nuova frontiera è il live-streaming commerce che trasforma una trasmissione in diretta su un canale digitale in una vetrina per lo shopping e, di conseguenza, per l’acquisto in tempo reale.

Insomma, piaccia o meno, la strada è questa, ben tratteggiata e anche lunga, a perdita di orizzonte. Le abitudini dei clienti sono cambiate, l’approccio delle aziende si sta modificando: a pandemia superata, è impensabile ipotizzare un ritorno alla situazione precedente. Sarebbe una faticaccia immane e sconveniente, sotto troppi punti di vista.

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